Accademia Georgica Treiensis (MC)
Nel Settecento, con l’avvento delle teorie dell’Illuminismo, anche l’Accademia treiese decise di riconvertire i propri interessi, abban-donando quelli delle lettere e della poesia, per dedicarsi ai problemi più propriamente scientifici, tecnici e socialmente utili, quali lo sviluppo dell’economia e dell’agricoltura.
Ecco, quindi, che nel 1778, nella storica sessione pubblica del 25 novembre, Fortunato Benigni, tra i principali autori del cambiamento, tenne la dissertazione che sanciva la riconversione dell’Accademia dei Sollevati in “Georgica”, con lo scopo di “dare opera ed incoraggiamento a studi razionali e pratici” che valessero a “migliorare l’agricoltura e l’industria, ed a tenere in onore le scienze, le lettere e le arti”.
I risultati raggiunti nella ricerca e nella sperimentazione agricola, pubblicati nel “Giornale di Arti e del Commercio” che l’Accademia stampava, la resero famosa in tutta Europa, tanto che i ministri dell’agricoltura di Francia e Belgio le ordinarono di portare avanti esperimenti a loro spese e lo stesso Bonaparte pensò di farne un centro di cultura agraria della Repubblica Cisalpina.
Più tardi, nei primi anni del XIX secolo, l’Accademia importò dal Meridione d’ Italia una foraggera, nuova per le Marche, la sulla, e la diffuse nella zona determinando in poco tempo la valorizzazione agricola delle immense distese di terreno argilloso che trovarono nella sulla la pianta adatta alla locale rotazione delle colture dando così un notevole impulso alla produzione zootecnica.
Oltre all’acquisto di un orto botanico, dove svolgevano le sperimentazioni agricole, gli Accademici si preoccuparono di gestire una preziosa biblioteca ed un ricco museo che ci sono stati tramandati. Provvidero, inoltre, alla costituzione di un centro di formazione professionale giovanile, rappresentato dalle “Case di lavoro e correzione” dove furono avviati giovani e giovinette per risolvere il problema del vagabondaggio e della disoccupazione.
Furono membri dell’accademia uomini illustri come Volta, Tirabo-schi, Spallan-zani, D’Alembert, De La Lande, Mommsen. Nelle sale del palazzo, alcuni ritratti di studiosi treiesi di indiscutibile fama. Luigi Lanzi (1732), autore del Saggio di Lingua Etrusca e di altre antiche d’Italia ebbe il merito di aver dato avvio all’ erme-neutica etrusca (tentando di fissarne l’ortografia e la morfologia con il confronto del greco e del latino) e di aver legato il proprio nome alla Storia Pittorica d’Italia, prima vera storia dell’arte figurativa italiana.
Luigi Lanzi è sepolto in Santa Croce, a Firenze, tra i grandi della patria. Tra i più munifici sostenitori dell’ Accademia c’è Raffaele Simboli, intellettuale treiese che Donò all’ Accademia l’ appartamento di sua proprietà ad essa attiguo, l’amata collezione di foto di personaggi famosi ed i ritratti, suo e della madre, a firma del pittore futurista Giacomo Balla.